LE AZIENDE RIGENERATE
Ripercorri la storia delle aziende che compongono il museo.
In questa sezione, si trovano storie di imprese che sono state salvate attraverso processi di Workers BuyOut e dei lavoratori protagonisti di queste rigenerazioni cooperative.
3ElleN
Nel 1908, a Imola, 15 soci fondano la cooperativa “La Lavorazione del legno”. L’obiettivo è quello di dare lavoro agli alunni diplomati dalla locale scuola di arti e mestieri “Alberghetti”, ma la coop. diventa ben presto un’importante realtà imprenditoriale, in un territorio caratterizzato da una forte presenza della cultura mutualistica e cooperativa.
Azienda leader del settore dei serramenti, delle porte e delle finestre, 3Elle rappresenta per decenni un’eccellenza cooperativa del distretto produttivo imolese, aprendosi nel corso degli anni al mercato internazionale e all’innovazione.
La profonda crisi del settore dell’edilizia, a partire dal 2008, rende complicata l’attività della cooperativa, che nel 2014 entra in concordato preventivo liquidatorio. Per i 256 dipendenti della cooperativa si profila il licenziamento.
Nel gennaio del 2015, utilizzando le loro indennità di mobilità, sessanta dipendenti decidono di rilevare un ramo della vecchia cooperativa per dare vita a un WBO atipico: una cooperativa nata a sua volta da una cooperativa storica del territorio imolese.
Art Lining
Nel 2008, la Lincra di Sant’Ilario d’Enza fallisce. Quest’azienda del comune di Sant’Ilario d’Enza (RE), specializzata nella realizzazione degli interni di cravatte, deve fare i conti con scelte imprenditoriali sbagliate e con la concorrenza del mercato orientale.
Per i dipendenti dell’azienda si profila la disoccupazione, ma undici di loro (fra cui otto donne), decidono di investire risorse personali per acquistare nuovamente l’azienda, che produce interni di cravatte per alcuni dei principali marchi dell’alta moda italiana, come Armani, Zegna e Ferragamo.
Passo dopo passo, anche grazie al ruolo delle istituzioni e delle associazioni di categoria, l’azienda riprende a crescere, riuscendo a restare nel mercato internazionale e a garantire i livelli di occupazione, continuando ad impegnarsi per « dare un’anima alla cravatta »
Cores Italia
La CoopLegno di Spilamberto di Modena nasce nel 1947 e si impone ben presto come una delle aziende più importanti a livello nazionale nell’ambito della produzione di porte e finestre. Alla fine degli anni settanta la cooperativa si trasferisce nel nuovo stabilimento di Castelvetro di Modena.
Nel 2014, la cooperativa opta per la fusione con un’azienda reggiana, la Cormo, dando vita ad Open.co. Ma le conseguenze della crisi economica, che si ripercuotono sul comparto dell’edilizia, portano velocemente Open.co verso la liquidazione. La perdita del posto di lavoro per alcune centinaia di lavoratori è una eventualità concreta.
Centocinque lavoratori di Open.Co danno vita così, nell’autunno 2017, a Cores Italia, che si specializza nella produzione di porte, espandendo i propri orizzonti di mercato. L’antica tradizione imprenditoriale di CoopLegno viene portata avanti da un nuovo soggetto cooperativo, che mantiene la propria sede a Castelvetro.
Gazzotti 18
Nata nel 1910, la Gazzotti, con sede a Trebbo di Reno (BO), è stata per decenni un’azienda leader nel settore dei pavimenti di legno di alta qualità, producendo parquet per la casa reale e per gli showroom di alcuni dei più importanti marchi d’alta moda italiani.
La crisi dell’edilizia e la scelta del governo croato di bloccare le esportazioni di rovere hanno portato l’azienda (divenuta poi Bopar) al fallimento.
Dopo alcuni anni di difficoltà, nell’autunno del 2018, 18 dipendenti, supportati da Legacoop Bologna, scelgono di rilevare un ramo dell’azienda, dando così vita a una nuova cooperativa, la Gazzotti 18.
Greslab
La Greslab affonda le proprie radici nel distretto ceramico, fra le province di Modena e Reggio Emilia, a Scandiano (RE); un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo ricco e vivace, ma profondamente colpito dalle conseguenze della crisi economica ed edilizia del 2008.
Per anni, il marchio Ceramica Magica ha rappresentato un punto di riferimento internazionale per il settore; la crisi immobiliare statunitense, mercato fondamentale per questa azienda, ha portato Ceramica Magica ad andare in concordato preventivo e, nel 2008, ad essere scorporata, con la perdita di numerosi posti di lavoro.
Una trentina di dipendenti di una delle due unità produttive ha così fondato, nel 2011, una nuova cooperativa, la Greslab, riattivando la produzione e portando avanti, con il sostegno delle istituzioni e di Legacoop, un progetto industriale e un piano di investimenti.
L’esperienza del WBO si è in seguito ampliata ad altri soci (ad oggi sono 54) e si è estesa a nuovi mercati e a nuovi orizzonti produttivi.
Italstick
Nell’agosto del 2009, la PCA, ex Diaures S.P.A., viene messa in liquidazione a causa di problemi di carattere finanziario. È uno degli anni più duri della crisi economica e dopo anni di cassa integrazione e di difficoltà quotidiane, per i suoi settanta dipendenti si profila il rischio concreto di un licenziamento.
Fra il 2010 e il 2011, l’azienda con sede a Soliera (MO), viene acquistata, con uno sforzo considerevole, da ventiquattro dei suoi dipendenti, che possono così continuare a produrre materiali autoadevisivi per il mercato dell’etichetta.
Inizialmente, le difficoltà sono numerose, ma a quasi dieci anni dalla rigenerazione dell’azienda, il fatturato è aumentato esponenzialmente e il mercato si è espanso in altre parti d’Europa e del mondo.
Lavanderia Girasole
La riorganizzazione di Servizi Ospedalieri S.P.A., azienda controllata da Manutencoop, porta nel 2013 alla chiusura della lavanderia industriale di Porto Garibaldi, nel comune di Comacchio (FE), una realtà che lavora prevalentemente per le strutture sanitarie e assistenziali del territorio del Delta, occupando una maggioranza di donne.
Fra 2015 e 2016, quindici lavoratori, fra cui dodici donne, scelgono di far rinascere la lavanderia industriale di Comacchio, dando vita a un nuovo soggetto cooperativo, la Lavanderia Girasole, attraverso un Workers BuyOut sostenuto da Coopfond e dai soggetti istituzionali del territorio.
Methis OfficeLab
La Storia di Methis OfficeLab ha radici lontane, che affondano nella storia del movimento cooperativo emiliano. Nel 1961 viene creata, nell’ambito della Cooperativa Nazionale Muratori e Manovali di Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia) Coperfer, che produce materiali metallici per l’edilizia.
Alla fine degli anni sessanta, Coperfer acquisisce l’azienda Metallufficio; dieci anni dopo, Metallufficio entra a far parte di Coopsette, diventandone una divisione specializzata nella progettazione e produzioni di mobili per l’ufficio, seguendo nel corso degli anni le evoluzioni di questo settore.
La Divisione Arredamento per l’Ufficio diviene in breve tempo un’azienda leader del settore, Methis, ma le conseguenze della crisi economica si abbattono con violenza sul comparto dell’edilizia, senza risparmiare Coopsette.
Nel giugno del 2017, venticinque dipendenti di Methis acquisiscono il ramo d’azienda in cui lavoravano, dando vita a Methis OfficeLab, con sede a Campegine (RE).
Raviplast
Nel 2010, l’antica storia industriale della Nuova Pansac S.P.A. si infrange su scelte imprenditoriali sbagliate che mettono a rischia la sopravvivenza del gruppo e centinaia di posti di lavoro. La Pansac è una grande realtà produttiva, specializzata nella realizzazione di imballaggi. La produzione si divide fra il Veneto e Ravenna, dove Pansac occupa un sito produttivo attivo da oltre un secolo.
Al termine dell’amministrazione straordinaria, alcuni dei dipendenti della sede ravennate di Pansac decidono di acquistare un ramo dell’azienda, garantendo la continuità della produzione e creando una nuova cooperativa di lavoro, la Raviplast.
La WBO ravennate è stata resa possibile grazie ad un dialogo e a un sostegno fattivo da parte di soggetti istituzionali e delle associazioni di categoria, che hanno assistito i 23 soci alla realizzazione del progetto.
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Realizzato da Hibou Coop